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Le 5 ferite che impediscono la tua crescita | Supera te stesso

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Mai sentito parlare delle 5 ferite dell’anima che impediscono la tua crescita? Sto parlando dell’umiliazione, del rifiuto, dell’abbandono, dell’ingiustizia e del tradimento. Si tratta delle 5 ferite cardine attorno alle quali si sviluppano e alimentano le paure e i timori che frenano maggiormente la crescita interiore di una persona.

La paura di fallire, la paura di sentirti messo da parte, la paura di esporti o quella di non sentirti pienamente accettato per la persona che sei, la paura del giudizio altrui o del rifiuto, la paura del rischio… non c’è un limite ai profondi timori che potrebbero annidarsi dentro di te. La maggior parte di queste paure può avere origine da una serie di fattori e da un concatenarsi di eventi molto complesso e il più delle volte tutto ha origine dall’essere stati vittima di una di quelle 5 ferite che ho elencato.

Spesso si tratta di traumi vissuti in giovane età che, col trascorrere degli anni, si ingigantiscono e assumono proporzioni ben diverse. Col tempo si ramificano e creano tutta una serie di problemi ulteriori, andando ad incidere in maniera piuttosto importante su tutte le sfere che interessano la nostra vita.

Perché questo? Per un semplice motivo: il dolore che ciascuna di queste 5 ferite è in grado di generare non può guarire da solo, e per questo finisce così per incancrenirsi dentro di noi.

Ecco, ora arriviamo al punto: vuoi prima la bella notizia o quella brutta?

La bella notizia è che c’è modo di invertire questo processo, quella brutta è che per far sì che questo accada dovrai impegnarti come mai prima.

Are you ready? Sei pronto?

Il cervello milionario

Le 5 ferite: le fondamenta delle tue prigioni

Il problema di queste ferite è che non sempre ci accorgiamo che il dolore che irradiano non si riversa soltanto sul nostro presente, sulla nostra quotidianità, ma anche sul nostro futuro. La paura che instillano in noi, ovvero il timore che il trauma possa in qualche modo ripetersi, è tale da spingerci a vivere sulla difensiva e in un perenne stato di allerta.

L’obiettivo primario diventa proteggerci, e per farlo iniziamo a frenarci, a imporci scelte più prudenti, ad agire con meno impulsività, a dare retta ai consigli altrui per essere certi di non sbagliare, per essere certi di fare tutto giusto e inseguire la perfezione, non rischiare.

Però vedi, ogni decisione che prendi oggi influenza quelle che potrai prendere domani. Se ogni giorno lasci che la paura instillata in te da una di quelle 5 ferite ti freni, il tuo futuro non sarà costellato da sogni coronati e traguardi raggiunti, ma da un lento e costante retrocedere.

Umiliazione, rifiuto, abbandono, ingiustizia e tradimento: queste 5 ferite non saranno altro se non le fondamenta delle tue future prigioni. Se lascerai che i loro effetti abbiano la meglio su di te, il risultato finale sarà proprio il contrario di quello che avresti voluto inizialmente: una vita priva di colore ed emozioni, insoddisfazione e disinteresse, mancanza di fiducia nel futuro.

L’aspetto ironico è che l’unico responsabile di questa prigionia sarai soltanto tu. In queste tue prigioni, tu sei tanto il prigioniero quanto il secondino. Scegli tu che vuoi fare, se buttare la chiave o spezzare invece le tue catene e conquistare la libertà che ti meriti. Prendi una decisione.

Il dolore, il tuo punto di partenza

Qual è la chiave per la libertà? La decisione.

Devi scegliere e decidere di lasciarti alle spalle quelle 5 ferite. Devi scegliere e decidere di affrontare il cambiamento.

Non sono parole da poco, perché per dare il via a questo cambiamento dovrai lasciare alle spalle quel dolore che hai lasciato crescesse dentro di te, le abitudini che ti ha indotto ad assumere, le paure che ha nutrito. Ricorda: non sono queste cose a definirti, né a renderti speciale o unico.

Quel dolore, quelle abitudini e quelle paure sono soltanto una scusa per rimanere nell’immobilità, per evitare il cambiamento e non andare avanti. Ti impediscono di scegliere in piena libertà e rischiano di farti perdere via via tutte le possibilità che la vita ti offre.

Il dolore può tuttavia giocare un ruolo incredibile nell’aiutarti a dipanare la confusione che ti annebbia e che ti rende indeciso e insicuro sulla strada da percorrere. Perché se fatichi a trovare una direzione, a definire un obiettivo e tutto ti sembra fumoso e privo di chiarezza, il dolore è tangibile. Usalo a tuo favore, sfruttalo per capire cos’è che ti muove e smuove, quali sono gli ingranaggi interiori che si sono inceppati e trova il modo di farli ripartire. Non solo: usa quel dolore come punto di partenza, il riferimento per muovere il primo passo verso una versione migliore di te e i successi che ti meriti.

Se ti interessa questo argomento leggi anche questo Articolo, cliccando QUI.

Supera te stesso, inizia ad agire

L’azione è l’anima del cambiamento ed è attraverso l’azione che puoi scoprire chi sei veramente. Non credere a chi ti racconta di essersi ritrovato soltanto attraverso la riflessione, una profonda manifestazione del pensiero e l’osservazione attenta di cieli e galassie.

Riflessione e azione devono muoversi di pari passo, darsi man forte perché i pensieri inizino a trovare forma concreta nella realtà quotidiana e in ciò che fai, e perché tu possa ritrovare nelle azioni i principi che ti guidano. È questa combinazione di fattori a definirti.

Se agisci senza pensare, finirai per procedere incerto, inciampando e rischiando di cadere ad ogni angolo. Se invece pensi senza agire, rischierai di fermarti del tutto, arenandoti nell’immobilità.

Devi curare entrambe queste parti di te e non smettere mai di sperimentare, testare, provare. Non lasciarti ingabbiare dagli strascichi di vecchie o nuove ferite, né abbindolare da false sicurezze preconfezionate soltanto per evitare il dolore. Tira fuori il fuoco che hai dentro, alimentalo e lascia che arda, forte e potente. Lascia che sia quel fuoco a farti luce e a rischiarare il futuro che ti attende.

Dario Silvestri

Practice, Dedication, Results